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GREENPACE

Ho collaborato con Greenpeace per un ampio arco di anni avvicinandomi a diverse tematiche e partecipando a molte azioni. Una volta, imbarcato sull’Artic Sunrise, sono stato attaccato da una seppia gigante che è saltata fuori dal mare per spruzzarmi il suo inchiostro sulla macchina fotografica e sulla faccia, fenomeno etologico piuttosto raro a giudicare dalle risate
del biologo marino che era con me. Un’altra volta fui centrato in piena fronte da una mela acerba lanciata da un pescatore a strascico siciliano che non gradiva il nostro intervento, lo stesso che poco dopo ci avrebbe offerto una cassetta di pesce fresco. In Honduras ho provato il sentimento totalizzante della paura di fronte al fucile a pompa del vigilante di una camaronera, l’allevamento intensivo di gamberetti che devasta l’ecosistema delle mangrovie e la sopravvivenza delle popolazioni indigene locali.

Ho discusso animatamente con attivisti di GP che non gradivano farsi riprendere. Ho vissuto giorni sospesi e surreali a Genova durante i fatti del G8, circondato da enormi are brasiliane mentre nelle strade bruciava la tragedia. Lavorando con Greenpeace ho avuto modo di realizzare alcuni sogni di adolescente, di sentirmi ogni tanto utile a qualcosa, e ho potuto vedere che gli eroi senza macchia e senza paura non esistono. Nessuno lo è, uomini o seppie. Evviva Greenpeace.

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