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RITRATTI

Non trovo esista paesaggio più singolare e recondito di una faccia. Potremmo passare tutta la vita a guardare gli altri. La cosiddetta fotografia di ritratto, per il poco che possa semplificare questa definizione, può essere una pratica violenta e adulatoria,
a seconda del vissuto dei due interagenti. La prima violenza la commetto su me stesso, dopo più di mezza vita non mi sono ancora abituato a rubare con disinvoltura l’anima delle prede, anche
quando sono più che consenzienti.

Mio padre, appassionato fotografo, era troppo riservato per fare ritratti benché li considerasse la forma d’arte fotografica che più gli piaceva. Io continuo a fare ritratti anche per quello. Lui è riuscito a trasmettermi l’amore per qualcosa che non ha mai praticato. Questa raccolta include degli apparenti intrusi, piedi e mani. 

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